Street-art: i “Calligraffiti” di Beirut

Ha appena 20 anni, ma Yazan Halwani ha già dipinto oltre 150 muri di Beirut. Combinando la tradizione della calligrafia araba con la modernità dei graffiti, ha creato un’espressione artistica che combina bellezza e politica, modernità e tradizione.

Il suo nome è Yazan Halwani. Ad appena 20 anni, è considerato uno dei più giovani e migliori artisti del graffito in Medio Oriente, e probabilmente uno degli artisti di strada più talentuosi del panorama artistico libanese emergente.

La cultura dell’Hip hop e le scuole americana e tedesca della street-art hanno giocato un ruolo importante nella sua breve carriera, avviata cinque anni fa quando ha iniziato a realizzare tag del suo nome sui muri della città.

“Ho capito che erano molto diffusi e realizzati da decenni. Ho cercato di riposizionare i miei lavori in relazione alla street-art e alla mia identità libanese”, spiega in un’intervista.

Beirut è diventato il suo terreno d’azione, e Niels Shoe Meulman – un artista dei Paesi Bassi – il suo mentore. Quando Halwani ha scoperto che Meulman definiva la sua arte “Calligraffiti”, ha rubato un libro di calligrafia a suo zio e imparato da autodidatta le sue antiche tecniche tradizionali.

Oggi, i suoi murales cittadini, che spesso ritraggono icone storiche come Fayruz e Mahmoud Darwish, sono diventati parte integrante dell’identità urbana di Beirut.

Un giovane artista che è riuscito a trovare un equilibrio nel suo lavoro: quando non dipinge, studia Ingegneria civile all’American University di Beirut perché gli piacerebbe “trovare un buon lavoro, che mi permetta di pagare i miei graffiti”, spiega.

Persino il circuito artistico tradizionale ha riconosciuto il suo talento: Halwani è il primo street-artist ad aver esposto una mostra personale in una galleria libanese. Intitolata Joumhouriat Al-Mawz, o “Banana Republic”, dimostra anche la sua sensibilità e consapevolezza politica.

“Questa espressione – Banana Republic – purtroppo si applica piuttosto bene alla realtà libanese”, afferma. “Ho cercato di riprodurre il look ingannevole e affabile dei nostri politici, creando immagini che potessero colpire le persone e farle riflettere, per quanto in modo divertente e giocoso”.

Non ci sono dubbi che le sue opere, al confine tra graffiti ed arte nobile, modernità e tradizione culturale, politica ed estetica, siano assolutamente in grado di farlo.

*La traduzione è a cura di Cecilia Dalla Negra. Per la versione originale dell’articolo e una gallery dei Calligraffiti di Yazan Halwani, clicca qui. In foto: ritratto di Mahmoud Darwish.

April 06, 2014di: Ayla Mrabet per Free Arabs.com*Libano,

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