“Safar”: un viaggio verso Gaza di musica e parole

Il prossimo 5 giugno alla Casa Internazionale delle Donne di Roma il concerto di Helmi M’hadhbi e letture palestinesi in solidarietà con il progetto “Liutai a Gaza: la musica a lavoro contro la distruzione”.

Safar è una parola araba che significa viaggio. E’ anche il titolo dell’ultimo disco di Helmi M’hadhbi che così lo introduce: “Dedico le mie musiche al popolo tunisino, il primo a rompere il silenzio e a dire: “dégage!“ al dittatore. E ai popoli che si sono lasciati avvolgere dalla brezza di libertà e si sono ribellati contro l’ingiustizia. Le dedico a tutti bambini che vivono nella sofferenza… e in particolare, ai bambini palestinesi, esempio di resistenza e di speranza. Perché dalle tenebre dell’oppressione nasce la luce della libertà”.

E sarà un viaggio ideale verso Gaza quello guidato dal liutista tunisino, verso la realizzazione del sogno di Al Kamandjati e dei giovani di Gaza che amano la musica: un laboratorio di riparazione degli strumenti musicali.

Non c’è infatti a Gaza chi abbia la professionalità per farlo. Vogliamo cominciare ad acquistare gli utensili da lavoro: sgorbie, scalpelli, piallette, lime, raspette, alesatore…e molti altri. La generosità di Helmi, che offrirà la sua musica, aiuterà a raggiungere la la meta del viaggio.

Per quanto giovane, Helmi ha una lunga storia di studio e di creazioni ed esibizioni musicali. Comincia a suonare a 5 anni il darbouka, lo strumento tradizionale a percussione molto popolare nella musica araba. Si iscrive poi al Conservatorio Nazionale di Tunisi per studiare l’oud e il pianoforte.

Dopo il suo arrivo in Italia, nel 2005, conosce il violinista Corrado Bungaro. Quest’incontro sarà una svolta nella sua carriera musicale. I due, infatti, fonderanno insieme l’orchestra multietnica “Orchextra Terrestre”, costituita da musicisti provenienti da tutto il mondo e capaci di mixare in maniera armoniosa lingue e linguaggi, culture e colori del mondo intero.

Helmi si specializza nel suono dell’oud con il maestro tunisino Riad Fehri presso il Conservatorio di Sidi Bou Said (Tunisia) e del maestro iracheno Naseer Shamma, uno dei più importanti suonatori di oud al mondo, presso l’Arab Oud House del Cairo (Egitto). Partecipa a numerosi festival, da Tunisi a Berlino.

Nel 2010, con il regista Alessio Osele, realizza il documentario “Mare Nostrum” in qualità di compositore delle musiche utilizzate e per la colonna sonora.

Nel 2012, sempre insieme a Corrado Bungaro, fonda l’”Ensemble Turchese”, partito inizialmente come duo, poi come trio insieme al suonatore di tabla indiana John Salins, per poi diventare un quintetto insieme al bandoneonista Luca Degani e al sassofonista cubano Angel Ballester.

Durante il concerto del 5 giugno, Helmi parlerà dei suoi brani e ci farà imparare qualcosa in più sulla musica araba, che ha origini antichissime, ha attraversato con i suoi ritmi un’area molto grande, dall’Atlante al Golfo Persico, passando per il Sahara, le rive dell’Eufrate, la Palestina e la Siria, e poi verso l’Andalusia fino a giungere, nel XX secolo, anche in Occidente.

Il concerto di Helmi M’hadhbi si arricchirà con l’altrettanto generosa partecipazione di una attrice e danzatrice di origine palestinese, Dalal Suleiman, protagonista di varie esperienze teatrali, che leggerà testi palestinesi.

E un assaggio delle sonorità di un altro antico strumento, le tabla, verrà offerto da Sanjay Kansa Banik, un giovane componente della Orchestra multietnica di Piazza Vittorio, solista di tabla, che ce ne farà conoscere le sonorità indiane.

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May 31, 2015di: RedazionePalestina,

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