“Niente” è cambiato in Marocco: parola del rapper L7a9ed

Gli arresti e le intimidazioni non lo hanno zittito, né hanno ammorbidito i suoi testi di denuncia.

S’intitola “Walou” ed è il nuovo disco del rapper marocchino Mouad Belghouat, noto anche come El Haqed (“L’arrabbiato”), finito di nuovo sotto arresto in quella che, secondo i suoi amici, è stata una mossa creata ad arte dalle autorità contro la libertà di parola e la libera espressione del dissenso.

“Walou” significa “niente”, perché secondo l’artista, nonostante le promesse di riforma a seguito delle rivolte arabe – che hanno colpito soprattutto i paesi vicini intimorendo la monarchia marocchina – in realtà nulla nel paese è cambiato, e tutt’oggi permangono gli elementi per cui si era protestato nel 2011: dalla corruzione all’ingiustizia, dalla dittatura alla tortura, alla repressione.

Secondo gli attivisti, infatti, il regime ha continuato a fare marcia indietro da tutte le promesse di tre anni fa, e la gente continua a soffrire della mancanza di opportunità economiche e di servizi sociali, del furto dei salari, degli espropri delle terre da parte di imprese di proprietà statale, dell’inefficacia delle leggi per tutelare i diritti dei singoli cittadini.

Per non parlare della libertà di espressione, tanto che ormai sono tutti sicuri che quest’ultimo arresto ai danni del rapper attivista sia dovuto soprattutto al suo nuovo album, già vietato dalle autorità marocchine, così come i suoi concerti.

Per leggere l’articolo di approfondimento clicca qui.

Domenica, Giugno 1, 2014 – 13:15di: Anna ToroMarocco,

Gestione cookie