Iraq. Arriva “Gilgamesh”, l’epopea metal degli Acrassicauda

Il 4 aprile 2015 è una data cruciale per la band irachena: a 14 anni dalla loro formazione a Baghdad, esce il loro primo album completo.

S’intitola “Gilgamesh” ed è composto da 12 tracce di potente trash e doom metal, impregnato, sia nelle melodie sia nei testi, delle radici mediorientali dei quattro musicisti e delle suggestioni di quanto hanno visto e vissuto in questo lasso di tempo lunghissimo, prima che il loro sogno divenisse realtà.

Anni durissimi, che vanno dal periodo di Saddam Hussein alle bombe americane, dalle persecuzioni a causa della loro musica all’esilio prima in Siria e poi in Turchia.

I ragazzi hanno iniziato a tirare un sospiro di sollievo grazie al definitivo trasferimento a Brooklyn nel 2009, che ha permesso loro di lasciarsi alle spalle la guerra, la politica e la morte.

Un trasferimento che non ha certo posto fine alle difficoltà, a partire dalla necessità di guadagnarsi da vivere, fino alla preoccupazione per i propri parenti e amici rimasti in Iraq, per non parlare della completa inutilità dell’industria musicale che, specie in questo periodo, non irride a generi come il rock e il metal.

Determinati comunque a portare avanti la loro passione musicale, i quattro membri degli Acrassicauda non si sono mai arresi e nel maggio dell’anno scorso hanno lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare la registrazione e produzione del disco, che si è chiusa a settembre con un successo insperato: la band ha infatti raccolto 37.383 dollari, più di 4.000 dollari al di sopra del loro obiettivo.

Dopo due mesi di duro lavoro in studio, “Gilgamesh” è il loro prodotto finale: un album di qualità, che rende omaggio all’antica civiltà mesopotamica utilizzando l’Epopea di Gilgamesh, il primo poema epico della storia dell’umanità arrivato fino a noi, in numerosi frammenti, la cui versione più completa venne incisa in lingua accadica su dodici tavole di argilla che furono rinvenute tra i resti della biblioteca reale nel palazzo del re Assurbanipal a Ninive, capitale dell’impero assiro.

L’opera racconta le avventure del Re di Uruk Gilgamesh, figura storicamente esistita, con le sue imprese ma anche con i suoi difetti, debolezze e sconfitte, secondo la personale visione della band.

“Il concept intero dell’album parla della vita e della morte, del viaggio, dell’amore, del divino, del successo e del fallimento, e dell’eterna lotta per l’immortalità. Gli Acrassicauda immortalano l’eredità di questo personaggio e le sue lotte, attraverso la musica, migliaia di anni dopo” ha commentato il batterista Marwan Hussein.

Lo sguardo, però, vuole essere attuale e i riferimenti a quanto sta vivendo l’Iraq oggi sono tantissimi. “Noi non parliamo di politica e religione nelle interviste, ma lo facciamo nella musica. E’ scritto tra le righe e talvolta è palese. Le nostre dichiarazioni sono sul disco” ha spiegato sempre Marwan in una recente intervista su Billboard.

In cui racconta della soddisfazione per questo nuovo lavoro, dell’impegno profuso in questi difficili anni da parte di tutta la band, dell’entusiasmo dei fan, ma anche della preoccupazione costante per la situazione nel suo paese. “La metà della mia famiglia è ancora lì, ma in fondo poter avere gli strumenti [attraverso la cittadinanza] per poterli far arrivare qua è un grande sollievo per me”.

Il nome della band, Acrassicauda, deriva da una parola latina per una specie di scorpione nero molto comune in Medio Oriente. Formatisi nel 2001, sono stati spesso definiti come la prima band metal a emergere dall’Iraq e sono balzati alla fama internazionale grazie al documentario prodotto da Vice e intitolato “Heavy Metal in Baghdad“.

In passato gli Acrassicauda hanno pubblicato un EP dal titolo “Only the Dead See the End of the War“, uscito con la Vice Records e prodotto dal chitarrista Testament Alex Skolnick.

Gilgamesh è il loro primo album, da cui è tratto il singolo che vi proponiamo, “Rise”. La prima release, correlata di interviste e curiosità, si può seguire in streaming domenica 5 aprile a questo link.

Per leggere il precedente approfondimento sulla band, pubblicato sempre su Osservatorio Iraq, clicca qui.

Venerdì, Aprile 3, 2015 – 10:45di: Anna ToroIraq,

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