Iraq. Un violoncello sotto le bombe

Il video virale del “maestro” e l’importanza della cultura.

 

 

Un uomo in abito seduto al centro della strada suona ispirato il suo violoncello di fronte a un palazzo devastato da un’esplosione. Un’immagine surreale che in poco tempo ha fatto il giro del mondo e che, nelle intenzioni del protagonista – il celebre ex direttore della Iraqi National Symphony Orchestra, Karim Wasfi –  voleva essere un messaggio di speranza e di resistenza, un trionfo dell’arte e della bellezza sull’orrore della guerra e della violenza.

E’ successo il 29 aprile scorso, quando un’autobomba è esplosa a Mansour, affollato quartiere di Baghdad, uccidendo 10 persone e ferendone una trentina. Una volta messa in sicurezza la zona, il “maestro” è arrivato, ha tirato fuori il suo strumento e ha cominciato a suonare. In un’intervista ad al Jazeera ha definito il suo gesto un modo per “pareggiare le cose, per superare la bruttezza e la follia di questi atti indecenti di terrore con atti di bellezza, di creatività e di raffinatezza”.

Wasfi – e noi con lui – rifiuta il luogo comune secondo cui, in tempo di guerra, la musica e la cultura sono secondari, dato che la gente dovrebbe concentrarsi su altri beni di prima necessità. “E’ assolutamente falso – commenta – Al contrario in questa fase sono necessarie quanto il cibo, quanto l’ossigeno, quanto l’acqua”. 

E continua: “Perché [la cultura, la musica] affina, coltiva, ispira le persone. Perché sviluppa cervelli migliori. Ti aiuta con la matematica e la fisica. Ti aiuta con le belle arti e la pittura. Perché educa i bambini. Perché contiene abbastanza disciplina da rendere creativo te così come un ingegnere, o un medico, o un ufficiale dell’esercito. Perché ha un impatto positivo sulla psicologia degli uomini. Perché fa respirare meglio. Rende possibile pensare meglio e più chiaramente. Perché ci permette di trovare più talento dentro di noi. E, prima di tutto questo, è un linguaggio internazionale di reciproca comprensione. E’ tutto”.

 

 

Sabato, Maggio 9, 2015 – 11:15di: Anna ToroIraq,

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